La c.d. Riforma Lorenzin ha introdotto una nuova aggravante per il personale medico che commette abusi presso case di riposo nei confronti di persone anziane abusando della loro condizione di debolezza e di infermità

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La legge n. 3 del 2018, detta anche Legge Lorenzin, dal nome del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin firmataria del disegno di legge, è stata finalmente approvata in via definitiva lo scorso 22 dicembre, dopo un iter parlamentare durato quasi tutta la legislatura.

La legge, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 gennaio, è intervenuta in particolare sul tema delle sperimentazioni cliniche e della medicina di genere, riformando altresì gli Ordini professionali sanitari e dando riconoscimento a nuove professioni, quali l’osteopatia e la chiropratica.

La riforma è, inoltre, intervenuta in materia penale, introducendo pene più severe per l’abusivismo sanitario e contro chi commette abusi nelle strutture sanitarie per anziani e disabili.

All’articolo 61 del codice penale, che disciplina le circostanze aggravanti comuni, è stato infatti aggiunto il comma 11 sexies, che aggrava i delitti non colposi commessi, in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, ovvero presso strutture socio-educative.

A fronte di tanti medici, infermieri ed operatori socio-sanitari che svolgono encomiabilmente il proprio lavoro, ve ne sono altri che, purtroppo, abusando della condizioni di infermità, debolezza o della situazione di abbandono in cui versano spesso anziani e persone affette da gravi disabilità, commettono violenze ed abusi sugli stessi all’interno degli ospizi o delle strutture sanitarie o socio-educative ove queste persone sono ricoverate.

Tali abusi, proprio in virtù della particolare fragilità e debolezza delle vittime, assumono maggiore gravità e meritano di essere puniti più severamente.

Il legislatore ha dunque deciso di inasprire le pene per coloro che commettono reati in danno di anziani e disabili e, più in generale, di tutti coloro che si ritrovano a subire un ricovero, proprio al fine di disincentivare le condotte abusive e violente di parte del personale infermieristico, medico o ausiliario.

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